Quando è in corso un prestito con la cessione del quinto sorge spontaneo chiedersi se sia possibile vedersi pignorato il proprio stipendio.
La legge italiana con il Dpr 5 gennaio 1950 n. 180 in effetti stabilisce che in caso di cessione del quinto in corso può verificarsi il pignoramento di una parte della busta paga.
La legge, però, prevede un limite alla coesistenza tra le due ritenute: accade, dunque, che mentre è in corso una cessione del quinto, possono pignorare una parte dello stipendio per una quota massima pari alla differenza tra la metà della busta paga e la trattenuta della cessione.
Il pignoramento di una parte dello stipendio è un’esecuzione forzata attraverso la quale si espropria una quota dalla busta paga. Inoltre, l’atto viene notificato sia al datore di lavoro che al cliente debitore.
L’articolo 545 del Codice di procedura civile, al comma 5, presenta dei limiti in caso di pignoramenti per diverse cause e prevede tre tipologie di crediti:
Il limite complessivo da non superare in caso di debiti con cause diverse è il 50% dello stipendio, se invece i pignoramenti hanno la stessa causa allora il primo creditore pignorerà un quinto dello stipendio e il secondo creditore incasserà la trattenuta solo quando si sarà estinto il debito che il dipendente ha contratto nel primo caso.
Anche in caso in cui il debitore sia un pensionato resta valido il metodo del pignoramento, in questo caso valgono però delle regole più specifiche. La legge italiana stabilisce che non può essere toccata più di una somma necessaria per garantire la sopravvivenza, si fa riferimento in questo caso il minimo vitale impignorabile. Per rispettare questo limite si deve analizzare l’importo mensile della pensione sociale aumentato della metà
Si, è possibile richiedere il prestito con la cessione del quinto se è in corso un pignoramento a patto che in questo caso la cessione del quinto si limiti alla differenza tra i due quinti della busta paga netta e la quota pignorata. Per esempio, su 2 mila euro netti al mese, 800 corrisponderanno ai due quinti dello stipendio. Dunque la cifra cedibile è la differenza tra 800 e 400, quindi si potrà pagare al massimo 400 euro che corrisponde, appunto ad un quinto dello stipendio.