OAM Organismo degli Agenti e dei Mediatori Creditizi

OAM Organismo degli Agenti e dei Mediatori Creditizi

Coloro che operano nel campo finanziario è possibile abbiano sentito parlare dell’OAM. Ecco a cosa ci riferiamo utilizzando questa sigla.

Che cos’è l’OAM

Con la sigla OAM viene indicato l’Organismo degli Agenti e dei Mediatori creditizi. Vedi il sito ufficiale.

Tale società di natura privata si occupa di iscrivere negli appositi Elenchi gli Agenti attivi nel campo dei finanziamenti e i Mediatori creditizi; inoltre, è tenuta a verificarne i requisiti. 

È un organismo che possiede un proprio Statuto giuridico, riconosciuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze; Ministero da cui, in aggiunta, vengono scelti i collaboratori. 

Tale iscrizione all’OAM, è divenuta obbligatoria a partire dal 1° luglio 2011, quando, dopo la riforma delle figure professionali, sono stati rimossi i vecchi Elenchi gestiti dalla Banca d’Italia.

OAM Organismo degli agenti e dei mediatori creditizi

Chi sono gli Agenti e i Mediatori di cui si parla?

Si definiscono Agenti finanziari tutti coloro che trattano di contratti per il rilascio di finanziamenti o di servizi a pagamento. 

Se si svolgono solamente servizi dietro pagamento, tuttavia, bisogna iscriversi anche ad un ulteriore Elenco oltre all’OAM, dedicato appositamente a tali professionisti.

Il Mediatore creditizio, invece, è colui che permette il dialogo tra cliente e banche o finanziarie, sempre allo scopo di rilasciare finanziamenti.

Perché esiste l’OAM?

Gli Elenchi di queste figure professionali vengono redatti per offrire al cliente la possibilità di informarsi riguardo i professionisti del settore, allo scopo di scegliere al meglio la soluzione più adatta alle proprie esigenze. 

 

L’obiettivo finale è quello di garantire al consumatore un servizio sempre ottimale controllando fattori come: 

  • Il rispetto delle Leggi da parte degli Agenti e il possesso degli stessi di determinate facoltà;
  • L’incentivo alla professionalità proprio dell’agente;
  • La correttezza delle informazioni fornite, riguardanti i soggetti iscritti ad OAM.

OAM, in aggiunta, offre sostegno anche nel controllo del mercato cui fa riferimento un determinato Agente o Mediatore.

Altri servizi dell’OAM

L’OAM, inoltre, si occupa di regolamentare anche i corsi di formazione e gli esami per la valutazione della professionalità di Agenti e Mediatori e il conseguente accesso all’Elenco, dopo aver superato le prove previste. 

Supervisiona, poi, anche il corretto svolgimento dei corsi di aggiornamento professionale, i quali sono obbligatori per Legge. 

 

Ha anche il compito di sorvegliare il rispetto delle regole da parte degli iscritti agli Elenchi e ha il potere di poterli sanzionare sempre, tuttavia, nei limiti consentiti (ovvero quelli utili al corretto svolgimento dei compiti). 

A sua volta, però, l’OAM è valutato dalla Banca d’Italia.

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Quota Interessi

Quota Interessi

Ogni rata di un prestito è formata da due parti, una di queste è la Quota interessi. Andiamo ad analizzare il suo significato.

Che cos’è la Quota interessi di un Mutuo o prestito?

Con quota interessi intendiamo quella somma all’interno delle rate mensili di un finanziamento che va a coprire i costi derivati dagli interessi applicati al prestito. 

Insieme alla quota capitale, destinata a coprire l’ammontare di denaro richiesto, va a costituire l’importo della rata che si andrà a pagare di mese in mese. 

Per scoprire in anticipo a quanto ammontano le rate e quanta parte delle stesse è destinata alla quota interessi, basterà consultare il piano di ammortamento del prestito. 

Quota Interesse dei Prestiti

Grazie a questo prospetto potremmo conoscere importo e numero delle rate che dovremo saldare

Se scegliamo un finanziamento a tasso fisso, il piano d’ammortamento ci informerà con certezza sull’importo delle rate da pagare; se, diversamente, optiamo per un finanziamento a tasso variabile, il piano di ammortamento sarà solo un’indicazione generale, poiché il costo delle rate è soggetto al mutare degli interessi applicati. 

In entrambi i casi, però, le rate saranno sempre e comunque formate da una componente destinata al capitale a cui si aggiunge la quota interessi.

Quota interessi e metodi di rimborso rate

Per i finanziamenti esistono diverse tipologie di rimborso, le quali si differenziano per il peso che gli interessi assumono all’interno della rata:

  • Metodo francese: è il più utilizzato per i finanziamenti a tasso fisso; le rate hanno sempre lo stesso importo ma varia la loro ‘composizione’; la quota interessi, infatti, cala con il passare dei mesi, mentre, di pari passo, aumenta la quota destinata al rimborso del capitale. 
  • Metodo tedesco: la prima rata ha un costo più elevato rispetto alle successive poiché si estinguono quasi tutti gli interessi; in seguito, le rate avranno un costo fisso, formato comunque da quota interessi più capitale. (vedi QUI un esempio)
  • Metodo italiano: le rate diminuiscono d’importo con il passare delle rate perché la quota capitale rimane fissata mentre scende la quota interessi di mese in mese.

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Quota Capitale

Quota Capitale

Quando si parla di rate di un prestito, parliamo anche di Quota capitale.  Scopriamo insieme il significato di questa espressione.

Che cos’è la Quota capitale?

Nell’importo delle rate mensili di un prestito, sono comprese sia una parte destinata al rimborso del denaro rilasciato sia una parte che copre gli interessi applicati al finanziamento. 

La quota capitale è proprio quella parte della rata che va a rimborsare, mese per mese, il capitale richiesto dal cliente. 

L’ammontare delle due componenti della rata viene deciso tramite il piano di ammortamento del finanziamento, il quale permette di conoscere costo, composizione e numero delle rate. 

In caso di finanziamento a tasso variabile, la quota capitale rimane fissa mentre può oscillare la quota destinata agli interessi; in un finanziamento a tasso fisso, al contrario, le rate hanno un importo stabilito che rimane per l’intera durata del contratto.

Quota Capitale dei Prestiti

Metodi di pagamento delle rate

Esistono diverse tipologie di computo delle rate; metodi, questi, che influiscono sulle modalità di rimborso.

 

Nel caso dei finanziamenti a tasso fisso, molte agenzie propongono un computo delle rate noto come alla francese. Questo metodo consiste nell’avere rate sempre dello stesso importo ma al cui interno variano le percentuali destinate al rimborso del capitale e degli interessi. 

Verso la conclusione del prestito, infatti, ci si ritroverà a pagare pochissimi interessi e ad avere una quota capitale più elevata. 

Per capire meglio, se, ipoteticamente, ci trovassimo ad avere una rata di 500 Euro mensili, all’inizio del prestito pagheremo 300 Euro di interessi mentre la quota capitale sarebbe di 200 Euro; alla conclusione del contratto, avremmo invece 400 Euro di quota capitale e solamente 100 Euro destinati agli interessi.

Altri metodi di pagamento possono essere quello italiano e quello tedesco:

  • Italiano: le rate diminuiscono di valore a mano a mano che si procede con il finanziamento poiché diminuisce il peso degli interessi ma la quota capitale rimane invariata;
  • Tedesco: la prima rata è elevata e va a coprire quasi tutti gli interessi; le rate successive, invece, hanno costo fisso più basso e sono comunque formate da quota capitale più interessi.

Nel caso in cui si volesse estinguere il prestito anticipatamente, è preferibile farlo quando si è scelto il metodo di rimborso alla francese, poiché, se l’estinzione avviene prima del superamento della metà del prestito, si ha un grosso risparmio sugli interessi. 

La tipologia, invece, più svantaggiosa per quest’ultima casistica è quella tedesca.

 

Vedi anche l’articolo sulla quota Interessi di un prestito e scopri le differenze con la quota capitale.

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SECCI Significato

SECCI Significato

Per informarsi sulle caratteristiche di un finanziamento, prima di sottoscriverlo, uno strumento utile è il SECCI. Scopriamo insieme cosa significa questa sigla.

Che cos’è il SECCI?

Dal 1° giugno 2011, per obbligo di Legge (D.lgs. n. 141/2010), al consumatore deve essere fornito il cosiddetto SECCI (Standard European Consumer Credit Information) ovvero un documento precontrattuale che fornisce informazioni sui vari prodotti di credito che il cliente può richiedere. 

Il documento in analisi è noto anche con il nome di IEBCC, e viene fornito gratuitamente da banche e finanziarie nel momento in cui un soggetto ne faccia richiesta. 

Si può richiedere facilmente presso una qualsiasi sede di agenzia e deve obbligatoriamente essere rilasciato, per allinearsi all’obiettivo di tutela del cliente e alla politica di trasparenza.

SECCI Significato

Quali informazioni contiene il SECCI?

La lettura del documento è molto intuitiva e le informazioni sono divise, indicativamente, in tre sezioni. 

 

Prima parte

Sono raccolte tutte le informazioni generali sul prodotto finanziario 

  • Tipo di prodotto;
  • Nome della banca o della finanziaria coinvolta;
  • Importo rilasciato e durata del finanziamento;
  • Numero e ammontare delle rate;
  • Condizioni di utilizzo del denaro;
  • Finalità del prestito (se prestito finalizzato);
  • Garanzie aggiuntive richieste (qualora presenti).

Seconda parte

Si parla nello specifico dei costi del finanziamento e dei tassi ad esso applicati. 

È in questa sezione che ritroviamo le necessarie percentuali di interesse applicate (TAN e TAEG). In particolare, sono proprio questi tassi a far emergere le differenze tra le offerte proposte dalle varie agenzie.

Terza parte

Infine, in quest’ultima parte ci si rivolge direttamente al consumatore elencandone i propri diritti (es. diritto di recesso) ma anche i rischi che derivano da un possibile ritardo nel pagamento o da un mancato rimborso delle rate. 

Informazioni aggiuntive

Si possono trovare anche alcune notazioni specifiche, diversificate da banca a banca:

  • In caso di finanziamento con destinazione estera, verranno aggiunte in conclusione anche le informazioni riguardanti: la lingua con cui si compilerà il contratto, la giurisdizione di competenza, le referenze dell’Albo ed anche le modalità per effettuare un possibile ricorso;
  • Informazioni sulle modalità di stipula del contratto (ad esempio, online o in sede).

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EURIBOR Significato

EURIBOR Significato

Nel momento in cui si cQuando si parla di mutui, si parla anche di interessi ad essi applicati. Un valore che permette di calcolarli è l’indice Euribor.ercano informazioni riguardanti i finanziamenti, ci si imbatte sempre nell’acronimo TAN.  Ma cosa significa realmente questa parola? Scopriamo alcuni dettagli a riguardo.

Che cos’è l’Euribor?

L’Euribor – Euro Inter Bank Offered Rate – non è altro che un indice di riferimento cui si affidano le banche e le finanziarie per calcolare gli interessi a tasso variabile applicati ai mutui. 

Esso indica la media degli interessi sui depositi finanziari tra banche europee; in parole ancora più semplici, sono i costi che le banche europee devono pagare per prestarsi il denaro tra di loro.

Tale indicatore è aggiornato giornalmente dalla EMMI, ovvero dall’European Money Markets Institute. 

EURIBOR Significato

Esistono varie tipologie di Euribor, sulla base della durata del deposito che può essere di:

  • 1 settimana: Euribor 1S;
  • 1 mese: Euribor 1M;
  • 3 mesi: Euribor 3M;
  • 6 mesi: Euribor 6M;
  • 12 mesi: Euribor 1Y.

Generalmente in Italia, per il calcolo dei mutui, si guarda agli Euribor 1M, 3M e 6M.

Vedi anche l’andamento dell’Euribor oggi.

Euribor e Mutui a Tasso Variabile

Come accennato sopra, la percentuale dell’Euribor va ad influenzare il calcolo degli interessi applicati al mutuo a tasso variabile

Con mutuo a tasso variabile intendiamo quella tipologia di finanziamento in cui gli interessi possono variare per ogni rata, aumentando l’importo oppure riducendolo. 

Se, infatti, aumenta l’Euribor, aumenterà anche l’ammontare della rata; se, al contrario, l’indice si ridurrà, diminuirà anche il costo della rata. 

Insieme allo spread, inoltre, l’Euribor permette anche di fissare una media dei possibili interessi e decidere la percentuale per i finanziamenti a tasso fisso.

Come si calcola l’Euribor?

Il calcolo è molto intuitivo e prevede di fare una media dei tassi d’interesse sui finanziamenti delle 19 agenzie coinvolte da EMMI, in tutta Europa; da tale calcolo vengono esclusi il 15% del tasso più elevato e il 15% di quello più basso; quindi, la cifra ottenuta si arrotonda a tre decimali. 

Il computo viene effettuato da un’agenzia esterna che si affianca ad EMMI e poi viene pubblicato giorno per giorno online da quest’ultima società.

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SIC Sistemi di Informazioni Creditizie

SIC Sistemi di Informazioni Creditizie

Quando si parla di finanziamenti, è molto probabile che vengano citati i cosiddetti SIC, ovvero i Sistemi di Informazioni Creditizie. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Cosa sono i SIC

Con la sigla SIC andiamo ad indicare un sistema di raccolta dati privato noto come Sistema di Informazioni Creditizie

In questa banca dati vengono inserite tutte le informazioni riguardanti le banche e le finanziarie ed anche informazioni sul rapporto tra le varie agenzie e i loro clienti. 

In poche parole, si crea un elenco di riferimenti volti a valutare l’affidabilità creditizia dei soggetti coinvolti per poter valutare il rischio di credito.

Tale sistema si basa sull’operato di altre società private come, ad esempio, il CRIF.

SIC Sistemi di Informazioni Creditizie

Inoltre, non bisogna confondere i vari SIC con la Centrale Rischi gestita dalla Banca d’Italia che, al contrario, è di natura pubblica. 

Ogni banca o finanziaria può inviare, volontariamente, i dati riguardanti la richiesta sui prestiti e la loro erogazione, con particolare attenzione a possibili insolvenze da parte della clientela, nell’ottica di migliorare il proprio servizio. Tuttavia, il database serve anche ad informarsi in anticipo sulla situazione finanziaria dei clienti che richiedono un finanziamento.

Il controllo dei dati

I dati di tutti i clienti che richiedono un prestito, vengono comunicati ai SIC dalle società che ne aderiscono.  

Queste informazioni potranno essere sia positive che negative, qualora un cliente non rispetti le scadenze per il pagamento delle rate. 

In particolare, i dati negativi vengono comunicati senza che il cliente debba accordarne il rilascio; al contrario, i dati positivi vengono trasmessi solo dopo una delibera firmata dal soggetto. 

 

Ogni soggetto che desidera controllare se risulta o meno inserito nella banca dati dei SIC, può richiedere gratuitamente un controllo.

A tal proposito, è bene sapere le tempistiche di permanenza dei dati sul sito:

  • 36 mesi dopo il finanziamento, per debitori senza problemi di insolvenza;
  • Un mese, per le richieste abbandonate dal cliente o rifiutate dalla stessa agenzia;
  • Fino a massimo 6 mesi, per tutti i finanziamenti in attesa di istruttoria;
  • 12 mesi, per il ritardo nel pagamento di due rate/due mesi; conteggio a partire dalla data di risanamento del debito;
  • 24 mesi, per il ritardo dalle tre rate in su, a partire dalla data di risanamento del debito;
  • 36 mesi, per insolvenze non sanate, oppure per nuovi finanziamenti regolari ma con presenza di precedenti irregolarità non sanate.

Nel momento in cui una persona riscontrasse un errore per quanto riguarda i propri dati inseriti nell’elenco, potrà richiedere – ancora una volta gratuitamente – una revisione degli stessi.

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TEG Tasso Effettivo Globale

TEG Tasso Effettivo Globale

Oltre a TAN e TAEG, esiste un terzo tasso molto importante nel calcolo di un prestito: il TEG. Ma quali sono le differenze tra queste sigle?

Il TEG o Tasso Effettivo Globale

Con l’acronimo TEG, si indica il Tasso Effettivo Globale, ovvero un parametro molto importante che indica tutti le spese che intercorrono nell’ottenimento di un prestito:

  • Somma da rimborsare;
  • Interessi;
  • Spese accessorie ed eventuali commissioni.

Il Tasso Effettivo Globale è calcolato secondo ciò che regolamenta la Legge 108/96 sull’usura.

Come gli altri due tassi d’interesse, anche il TEG viene espresso in percentuale e su base annua.

TEG Tasso Effettivo Globale

Dal calcolo, però, sono escluse le polizze assicurative (obbligatorie per ottenere un prestito), le imposte e le tasse applicate al credito; tali indici, al contrario, vengono inclusi dal TAEG che, difatti, indica il costo totale del finanziamento.

Soglia antiusura e TEGM: Tasso Effettivo Globale Medio

Il Tasso in esame è centrale per la Banca d’Italia nel calcolo della soglia massima di costo di un qualsiasi finanziamento. 

Tale soglia è detta soglia antiusura, la quale viene stabilita sul dato percentuale inviato dal Ministero del Tesoro alla Banca ogni tre mesi, facendo la media dei TEG (TEGM) dei singoli finanziamenti in analisi. 

 

Il calcolo non avviene su base annua poiché deve sempre rimanere aggiornato sui possibili cambiamenti in campo economico, anche a livello europeo.

In questa sezione del sito della Banca d’Italia puoi trovare l’attuale TEGM di riferimento.

Calcolo e Formula del TEG

Come si calcola il TEG? 

Per il calcolo del TEG, i criteri da utilizzare hanno numeri sempre variabili quindi bisognerà consultare un’agenzia per informarsi a riguardo. 

In linea generale, la formula da utilizzare è la seguente:

[interessi x (365 x 100)] : numero debitori

Alla cifra che ne risulterà si dovrà aggiungere [(oneri x 100) : accordato], dove con ‘accordato’ intendiamo la somma concessa al richiedente.

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TFS Trattamento Fine Servizio

TFS Trattamento Fine Servizio

Nell’ambito lavorativo, sicuramente abbiamo sentito parlare del Trattamento di Fine Servizio o TFS. Tuttavia cosa significa esattamente e come funziona esattamente il TFS?

Definizione di TFS

Con l’acronimo TFS andiamo ad indicare il Trattamento di Fine Servizio, questa è una somma di denaro che viene elargita al solo dipendente pubblico nel momento in cui egli andrà in pensione. 

Come anticipato, il TFS viene destinato ai soli dipendenti pubblici assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 1° gennaio 2001 – i restanti dipendenti pubblici assunti dopo tale data oppure privati usufruiscono, al contrario, del TFR.

L’importo del TFS varia in base al numero di contributi versati dal lavoratore nel corso della sua attività lavorativa. 

TFS Trattamento Fine Servizio

Se vuoi saperne di più sulle differenze tra TFR e TFS per dipendenti pubblici, leggi questo articolo.

Al suo interno, sono coinvolte 3 tipologie di indennità, rivolte ai vari ambiti lavorativi: 

  • IPS, Indennità Premio di Servizio: per Enti Locali, per le Regioni e per il Servizio Sanitario Nazionale;
  • IBU, Indennità di Buonuscita: per Ministero, per Scuola, per AFAM, per Università e per Agenzie Fiscali;
  • IA, Indennità di Anzianità: per Camere di Commercio e per Enti Pubblici non Economici.

Come ottenere il TFS e Modalità di Erogazione

Per richiedere il Trattamento di Fine Servizio il dipendente pubblico non dovrà presentare una specifica domanda, in quanto il calcolo dell’importo e il suo accredito sul conto vengono gestiti dall’ufficio di appartenenza. 

 

Unica variabile, si trova nella modalità di erogazione del denaro, in quanto le cifre possono diventare talvolta elevate. 

Ci si basa sempre sull’importo lordo:

  • Al di sotto o pari ai 50.000 Euro verrà effettuato un accredito unico;
  • Al di sopra dei 50.000 ma inferiore a 100.000 Euro l’accredito verrà effettuato in due rate;
  • Al di sopra dei 100.000 Euro avremo due rate da 50.000 Euro ed una terza rata che salderà la somma rimasta.

Tempi di erogazione TFS

Le tempistiche per ricevere il TFS sono differenti in base al motivo per cui viene cessato il contratto:

  • Accredito entro 12 mesi se il dipendente va in pensione oppure se le motivazioni coinvolgono il tipo di contratto (esempio: contratto a tempo determinato);
  • Accredito entro 105 giorni in caso di decesso o di sopraggiunta inabilità al lavoro;
  • Accredito oltre i 24 mesi in caso di licenziamento, dimissioni volontarie, destituzione o altre motivazioni che non coinvolgono quelle sopracitate.

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TFR Trattamento Fine Rapporto

TFR Trattamento Fine Rapporto

Tutti abbiamo sicuramente sentito parlare del TFR o Trattamento Fine Rapporto ma cosa si indica con questa dicitura e come si calcola?

Che cos’è il TFR?

Il Trattamento di Fine Rapporto, meglio noto con la sigla TFR, identifica la somma di denaro che il lavoratore dipendente riceve al momento della fine del suo contratto. 

Tale somma viene calcolata basandosi sullo stipendio percepito dal dipendente e sulla durata del contratto di lavoro. 

Le motivazioni per cui il contratto cessa e per cui il lavoratore, di conseguenza, otterrà il TFR potranno essere: il pensionamento, il licenziamento o le dimissioni volontarie, il fallimento dell’azienda in cui lavoro oppure il decesso del soggetto.  

TFR Trattamento Fine Rapporto

I dipendenti che possono usufruire del TFR sono i dipendenti privati ed i lavoratori del settore pubblico, solamente se assunti dal 1° gennaio 2001 in poi. 

 

Il dipendente potrà decidere autonomamente come ricevere la somma dovutagli:

  • Tramite accredito come liquidazione al termine del contratto;
  • Come pensione integrativa, se il TFR è già stato versato ad un fondo di previdenza;
  • Tramite anticipazione, mentre il contratto di lavoro è ancora attivo.

In quest’ultima soluzione, il lavoratore riceverà una parte del proprio TFR ogni mese sulla sua busta paga; la cifra non andrà mai a superare il 70% della quota di TFR mensile. 

Le motivazioni per cui può essere richiesto l’anticipo sono:

  • Spese mediche necessarie e straordinarie (riconosciute da strutture qualificate);
  • Acquisto o costruzione della prima casa per il soggetto stesso o per i figli; ed anche ristrutturazione dell’abitazione di proprietà;
  • Congedo di maternità facoltativo oppure congedo per formazione (anche aziendale).
Se vuoi saperne di più, leggi questo articolo con la lista dei casi specifici per richiedere l’anticipo del TFR.

Calcolo del TFR

Con poche semplici operazioni si può ottenere una stima di ciò che si otterrà ricevendo il Trattato di Fine Rapporto.

 

Innanzi tutto, si dovrà dividere per un coefficiente (fissato al 13,5) l’importo lordo dello stipendio annuo

Tale calcolo vale per il primo anno lavorativo, nei seguenti anni si aggiungono anche una percentuale di rialzo fissata all’1,5% ed il 75% dell’inflazione calcolata l’anno precedente. 

 

Sommando le cifre che risultano per ogni anno di lavoro, si otterrà la somma di denaro equivalente al TFR. 

 

Si precisa che, questa somma di cui sopra, è la cifra lorda del Trattato di Fine Rapporto poiché esso è soggetto ad una tassazione specifica, applicata dall’Agenzia delle Entrate, perciò la cifra finale netta sarà inferiore. 

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Rischio di Credito

Rischio di Credito

Al momento della sottoscrizione di un qualsiasi finanziamento, potremmo sentir parlare del Rischio di Credito. Ma cosa significa esattamente?

Che cos’è il Rischio di Credito?

In poche parole, quando si cita il rischio di credito si va ad indicare quella condizione di rischio in cui, durante un finanziamento, il debitore non assolva al pagamento delle rate, anche se solamente di una loro parte.

Le agenzie e le banche, per evitare questo problema, mettono in atto alcuni sistemi di valutazione che precedono la firma del contratto per osservare il cliente e la sua storia creditizia ed arrivare a calcolare l’ammontare del rischio di credito a questo associato.

Rischio di Credito

In generale, si nota che più è elevato il rischio di credito, più sono alti gli interessi applicati dalla finanziaria per la concessione dell’importo richiesto.

Quali prodotti sono soggetti a Rischio di Credito?

Non tutti i servizi proposti da una banca o da una finanziaria sono soggetti al rischio di insolvenza da parte del debitore.

In particolare, tale rischio lo si assume quando si concedono:

  • Titoli di debito (ovvero mutui, prestiti, titoli di Stato e simili);
  • Posizioni fuori bilancio (ad esempio tutti i derivati creditizi come i CDS).

Valutazione del Rischio di Credito

Il rischio di credito si basa sia su fattori che riguardano l’economia, ad esempio se è in corso una crisi oppure una crescita nel mercato, sia sulla storia personale del cliente. 

Per ridurre questo rischio, il creditore può mettere in essere alcune strategie come: 

  • Aumentare il costo del finanziamento per ammortizzare una possibile perdita successiva;
  • Sottoscrivere una polizza assicurativa contro il fallimento del debitore: il CDS, Credit Default Swap (accennato sopra);
  • Decidere di concedere al richiedente una somma minore rispetto a quella per cui aveva fatto domanda.

Tutto ciò è, in ogni caso, dipendente da un’accurata operazione di rating, ossia di una azione di valutazione minuziosa della storia del cliente stesso e della situazione economica al momento della firma del contratto. 

Esistono, difatti, alcune raccolte di dati che permettono di ricavare informazioni sul passato creditizio di un cliente, qualora egli avesse già sottoscritto finanziamenti in precedenza. Alcuni di questi database sono privati (SIC, Sistemi di Informazioni Creditizie) tuttavia, esiste anche un elenco di informazioni pubbliche gestito dalla Banca d’Italia: la Centrale Rischi (CR). 

Nonostante tutte le analisi preliminari, rimarrà sempre una parte di rischio data dalla perdita inattesa, ovvero di quella non prevedibile; per tale motivo, è bene che le agenzie abbiano sempre a disposizione un appropriato fondo rischi nel proprio patrimonio aziendale. 

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